La legge sul Testamento Biologico (L.219/2017) è entrata in vigore il 31 gennaio 2018. Si tratta di una conquista significativa per tutti i cittadini italiani e un passo avanti verso l’autodeterminazione e la libertà individuale.
Una conquista di rilievo poiché ogni individuo ha il diritto di esprimere le proprie volontà su questioni cruciali, delicate e molto personali, come il trattamento medico, la nomina di un fiduciario, la pianificazione condivisa delle cure e la sedazione palliativa.
All’articolo 1, la legge protegge “il diritto alla vita, alla salute, alla dignità e all’autodeterminazione della persona”, riconoscendo le Dichiarazioni Anticipate di volontà nei Trattamenti sanitari (DAT).
La legge stabilisce che nessun trattamento medico possa essere iniziato o continuato senza il consenso “libero e informato” della persona interessata, garantendo che ogni individuo abbia il diritto di conoscere e comprendere la propria situazione e le possibili conseguenze del rifiuto delle cure.
Le DAT offrono la possibilità di anticipare la scelta delle cure sanitarie a cui si acconsente o si rifiuta in caso di incapacità di decidere o comunicare le proprie volontà. La legge prevede che ogni adulto in grado di intendere e volere possa fornire tali indicazioni. Inoltre, consente di nominare un fiduciario che prenda decisioni al proprio posto e dialoghi con il medico.
È innegabile che affrontare la morte rappresenti una vera e propria sfida e che non sia sempre facile integrarla nelle nostre vite. In passato, invece, la visione circolare del tempo, in sintonia con i cicli naturali, considerava la morte come un elemento essenziale della vita, fondamentale per il rinnovamento della comunità e della famiglia. Nel libro “Modi di morire” (2008, Bollati Boringhieri), Iona Heath evidenzia come la società contemporanea abbia perso il senso del valore della morte e del suo legame indissolubile con la vita. In questo contesto, Umberto Veronesi parla di una “morte capovolta”, ossia negata. Un tema che evitiamo di affrontare, nascondendo così gli aspetti della sofferenza, che vengono tecnicizzati e affidati a estranei.
“Se evitiamo lo sguardo sulla morte, compromettiamo anche la gioia di vivere. Meno consapevoli siamo della morte, meno viviamo”, scrive Iona Heath. Proprio per questo motivo, vale la pena prendere decisioni riguardanti la nostra morte delega del potere di autorizzare la cremazione si basa sull’Art. 17 comma 1 bis del Decreto Legislativo 165/2001.
L’autorizzazione al trasporto e alla cremazione possono essere contestuali, ossia essere presenti sullo stesso documento cartaceo. Tuttavia, è consigliabile redigere il documento in duplice copia, una da consegnare al responsabile del servizio di custodia al momento dell’arrivo in cimitero e l’altra da conservare negli archivi dell’impianto di cremazione. Questa semplificazione non è applicabile alle autorizzazioni al trasporto e alla sepoltura, poiché riguardano rispettivamente il dirigente e l’Ufficiale di Stato Civile, come stabilito dall’Art. 11 della Legge 4 Gennaio 1968 n. 15.
La competenza dirigenziale è oggi inderogabile, salvo disposizione di legge specifica. Tuttavia, per rendere più efficiente l’amministrazione comunale, l’istruttoria e gli altri adempimenti relativi al procedimento possono essere delegati ad altri dipendenti comunali subordinati al dirigente. Il personale incaricato deve seguire le direttive del datore di lavoro e non può rifiutare l’incarico, detto anche “delega interna”. La scelta del personale dipendente cui viene affidato l’incarico rientra nei poteri del dirigente, nel rispetto del CCNL e del Regolamento comunale di organizzazione degli uffici e dei servizi. Questo principio vale per tutte le autorizzazioni comunali di polizia mortuaria.
L’autorizzazione alla cremazione viene rilasciata dal comune in cui è avvenuto il decesso. Nel caso in cui si ignori la località del decesso, l’autorizzazione spetta al comune in cui la salma è stata deposta per il periodo di osservazione. Poiché la cremazione è un atto irreversibile, è soggetta a un’apposita procedura autorizzativa, in cui la volontà di cremare un defunto costituisce un elemento soggettivo fondamentale, poiché le spoglie umane non sono di proprietà pubblica né res nullius. La tutela delle spoglie umane assume riflessi di natura penale.
La cremazione senza autorizzazione costituirebbe una violazione regolamentare e un reato di distruzione di cadavere.
In Italia, la cremazione richiede il previo rilascio di un’autorizzazione amministrativa. La legge italiana disciplina il rilascio dell’autorizzazione alla cremazione su diversi livelli, principalmente legati alla volontà del defunto e alla rimozione del sospetto di morte per reato. Il certificato redatto dal medico curante o dal medico necroscopo atte rivendicare questo come un diritto fondamentale. Affrontare questo argomento e riflettere sulla propria morte significa avere l’opportunità di mettere in ordine le proprie questioni, contribuire a pianificare il proprio funerale, dire addio, perdonare e essere perdonati, nonché esprimere ciò che andrebbe detto.
Come redigere il testamento biologico
Per redigere il testamento biologico, è sufficiente compilare il modulo relativo alla Disposizione Anticipata di Trattamento (disponibile nel collegamento alla fine del testo) o scrivere personalmente un documento.
Dopo aver espresso le proprie volontà, affinché il testamento abbia validità legale, è necessario autenticarlo secondo due opzioni:
Trasformarlo in “atto pubblico” presentandolo a un funzionario pubblico designato dal Comune o a un notaio.
Utilizzare una “scrittura privata autenticata” e far autenticare la firma da un funzionario pubblico del Comune o da un notaio.
Successivamente, è possibile consegnare la “scrittura privata autenticata” o l'”atto pubblico” all’ufficio dello stato civile del proprio Comune di residenza, che provvederà all’annotazione in un registro apposito (se previsto), oppure presso il notaio che ha autenticato la scrittura privata o redatto l’atto pubblico. In alternativa, alcune strutture sanitarie, se regolamentate dalla Regione di residenza, possono accettare la raccolta del testamento.
Nel caso in cui nessuna di queste opzioni sia disponibile, è possibile depositare una copia presso una persona di fiducia.
È importante sottolineare che è possibile rinnovare, modificare o revocare le Dichiarazioni Anticipate di Trattamento in qualsiasi momento..
Si ricorda inoltre che il testamento biologico può includere non solo disposizioni relative ai trattamenti in vita, ma anche indicazioni sul destino delle proprie ceneri, come la dispersione nella natura.